Rivelazioni

N.B.

Quanto di me c’è sui miei canali social?

Mettermi in gioco di più, espormi con autenticità, è possibile?
Prendo il toro per le corna e scelgo di dire di me quello che voglio mostrare, le tre parole che credo e voglio che mi descrivano:

Emotiva – Coraggiosa – Accogliente

Ognuno di queste parole racchiude in sé altri mondi e connessioni. Per me l’accoglienza si accompagna alla gentilezza, alla comprensione, all’ascolto.


Il coraggio ai moti del cuore, alla fiducia nel seguire quella voce antica e saggia che canta dentro ognuno.

E l’emotività all’espressione autentica di se e della propria vulnerabilità, in tutti i modi possibili.

Ogni cosa che creo vorrei che fosse come una chiacchierata davanti a una bella tazza di tè e biscotti o a un pigiama party.
Vorrei che fosse intimo, un luogo in cui potersi racontare i segreti, in cui ognuno possa sentirsi accolto per quello che è. Un “safe space” come ormai si suol dire. Uno spazio di fiducia – e riconoscono qui il mio back ground di Scout*, in cui ci si impegna a “porre il proprio onore nel meritare fiducia”.


Vorrei che ci fosse l’ironia e la leggerezza delle caramelle gommose, delle torte di Mars e dei film con Hilary Duff guardati 10 anni dopo.
E vorrei sempre offrire la libertà di andare in profondità, raccontare e ricordare quelle cose della vita che fanno piangere con gli occhi luminosi.

Che tutto ciò che fino ad ora è stato Los Señores e Fulmini che ho amato, possa permeare ogni spettacolo, reading, poesia, corto, progetto…ogni aspetto e ogni sfumatura del mio lavoro.

Dichiarazione d’intenti e promemoria per me, verso l’infinito e oltre.

*si, lo ammetto, sono stata Scout. C’è chi dice che non si smetta mai di esserlo: ” una volta scout , for ever scout “. Sia quel che sia, sono tutt’ oggi piena di gratitudine e amore per quel percorso, nonostante a un certo punto abbia imboccato una strada diversa 🌸

MaleAmore

Una notte disperata

Ovvero

quando mi sono accorta di non credere più nell’amore.

 

Mezzanotte. Stanze deserte. Luci spente.

“Il buio delle casa deve testimoniare il vuoto che sento dentro” penso.

Lasciato il mare, approdata in città. Abbandonata la vacanza, mi ritrovo a mia volta abbandonata da chiunque mi conosca e viva nel raggio di 20 km da casa mia.

“O mi guardo un film…o mi guardo un film” penso.

Accendo la televisione e sono come mia nonna che si consola con la voce di Antonella Clerici.

Mi sforzo di ridere il più a lungo possibile per convincermi di essere felice, ma appena stacco gli occhi da Charlie Chaplin un’impietosa stretta allo stomaco mi rigetta nel buio del salotto.

Esco sul balcone: “Chissà che le stelle, la luna, non mi consolino almeno un po’…” e dei botti in lontananza mi rispondono: fuochi d’artificio per celebrare la mia straziante solitudine, evviva evviva.

Se non avessi già affogato una scatola di Kellogs nel gelato, mi getterei sulla Sacher nascosta in frigorifero.

Chiama mia sorella: in vacanza con gli amici, accompagnano la telefonata le loro risate in sottofondo

Come stai?

Male

Perché?

Mi sento sola. Ma meglio che mi ci abitui che tanto siamo soli per tutta la vita

…domani torno alle 7..

Ti passo a prendere, sì

Ok, ciao.

 

I miei gemiti da moribonda echeggiano per il quartiere.

“Ah, l’amore non esiste, non ci credo più!”

Ci hanno ingannato, tutti tutti i film che abbiamo visto! Per forza si rimane fregati, per forza si rimane soli: ci si getta fra braccia bramose di carne, e non di anime.

Spalmata sul divano, gorgheggio tra le lacrime la mia canzone preferita dei “Musica Nuda”:

“Da quando non ci sei

è sempre mezzanotte

è sempre il giorno dopo il giorno in cui rinascerò

da quando non ci sei

ho tutte le ossa rotte

e non c’è soluzione non c’è medicina”

 

Mi sono addormentata per sfinimento, con la testa dolorante ché di lacrime ce n’erano ancora, era finita la voglia di sanguinarle fuori.

“Se davvero credo che l’amore non esista, che nella vita siamo destinati ad essere sempre più soli…allora sto finalmente diventando grande” sussurro alla mia bambola prima di crollare.