Rivelazioni

N.B.

Quanto di me c’è sui miei canali social?

Mettermi in gioco di più, espormi con autenticità, è possibile?
Prendo il toro per le corna e scelgo di dire di me quello che voglio mostrare, le tre parole che credo e voglio che mi descrivano:

Emotiva – Coraggiosa – Accogliente

Ognuno di queste parole racchiude in sé altri mondi e connessioni. Per me l’accoglienza si accompagna alla gentilezza, alla comprensione, all’ascolto.


Il coraggio ai moti del cuore, alla fiducia nel seguire quella voce antica e saggia che canta dentro ognuno.

E l’emotività all’espressione autentica di se e della propria vulnerabilità, in tutti i modi possibili.

Ogni cosa che creo vorrei che fosse come una chiacchierata davanti a una bella tazza di tè e biscotti o a un pigiama party.
Vorrei che fosse intimo, un luogo in cui potersi racontare i segreti, in cui ognuno possa sentirsi accolto per quello che è. Un “safe space” come ormai si suol dire. Uno spazio di fiducia – e riconoscono qui il mio back ground di Scout*, in cui ci si impegna a “porre il proprio onore nel meritare fiducia”.


Vorrei che ci fosse l’ironia e la leggerezza delle caramelle gommose, delle torte di Mars e dei film con Hilary Duff guardati 10 anni dopo.
E vorrei sempre offrire la libertà di andare in profondità, raccontare e ricordare quelle cose della vita che fanno piangere con gli occhi luminosi.

Che tutto ciò che fino ad ora è stato Los Señores e Fulmini che ho amato, possa permeare ogni spettacolo, reading, poesia, corto, progetto…ogni aspetto e ogni sfumatura del mio lavoro.

Dichiarazione d’intenti e promemoria per me, verso l’infinito e oltre.

*si, lo ammetto, sono stata Scout. C’è chi dice che non si smetta mai di esserlo: ” una volta scout , for ever scout “. Sia quel che sia, sono tutt’ oggi piena di gratitudine e amore per quel percorso, nonostante a un certo punto abbia imboccato una strada diversa 🌸

Piccole gioie

Mi sembra di appartenere di più
ai banconi dei bar delle città
di più ai vagoni dei treni
che alle case
che alle cose
che restano ferme.

Segreti

Linea 61

Quando una città diventa la tua città
Cominci ad averci dei ricordi sparsi

Non solo sai orientarti per le vie
E non solo secondo le fermate della metro

Ma persino se passi in qualche posto
Pensi “ah, qui è successo…”

Quando una città diventa tua
È piena di fantasmi
E negli angoli
Ci rivedi delle persone
Che magari non sono più nella tua vita
E quando ci passi magari piangi un po’
E ne parli con chi è con te
Per mantenere vivo il ricordo, quella persona
E anche per testimoniare che tu lì,proprio lì su quella mattonella
Ci hai vissuto
Ci sei passato

E così ogni volta che vedo quella fermata
Penso che lì proprio lì ci sono stata solo alla mattina presto
È la fermata dei miei ritorni a casa dopo certe lunghe notti
E quella fermata lì
La conosco solo alla mattina, stanca, insonne
Ed ha un valore immenso quell’angolo di strada
Che racchiude un segreto solo per me.