Segreti

Fuga estiva.

Ho la testa piena di presente

satura delle persone

fatico a trovare uno spiraglio d’aria

per ritrovarmi altrove

mi rifugio tra le erbacce con gli insetti

La luce

e queste case vecchie

– davvero non so come –

mi ricordano Parigi.

 

Ho freddo

il silenzio mi coccola

sono felice di essere qua, le voci mi chiamano

– si può stare ancora un attimo in disparte?

La magia di certe cose che si creano

sono felice

e viva

per questo c’ho la pancia in subbuglio

per certe cose strane belle

umane

di innamoramenti-

perchè è così doloroso, un Innamoramento ?

Perché  è profondo e slegato dal mondo quotidiano

c’è sempre un po’ di dolore nelle cose belle e nuove

ci si porta dentro le differenze col “prima”.

Ah, questo maledetto “prima” che incatena la memoria e la gioia della scoperta difficile di quello che ancora non si sa, di quello che credevi di sapere e non sai, di quello che sai

e di come è scoprire che la vecchia grammatica, le vecchie regole che una volta – prima – erano tutto e oggi non valgono più…

 

 

Tuona.

Vado

Torno in casa.

 

[Non c’è ombra di silenzio immedicabile
Ma sempre immedicabile resta
un Amore.]

Ferite

Bianco

Casa grigia.

Weekend pensieroso e stanco con occhi affaticati bocche nervose orecchie pronte a cogliere argomenti più interessanti.

Musica dolce perfetta per questa sottile malinconia.

Sole bianco

Aria di neve

Duomo evanescente.

 

Il corpo vive e si sposta nello spazio

Se mi liberi dai pensieri ti amo

Ti prendo per tutta la vita

Se mi liberi da me stessa

Non può che essere un bene.

 

Questi colori tenui non fanno male a nessuno

e io ieri ho imparato una nuova parola:

vergogna.

 

Il bianco del sole è nella mia testa.

Poesia

Se sapessi disegnarti

Dalla tua bocca spalancata

escono i mali del mondo.

Eri un fiore, eppure –

Sei un lupo dilaniato

Un bambino solo.

Hai paura del buio?

Cosa vedi quando chiudi gli occhi belli?

Quali mostri?

 

La tua fragilità mi terrorizza.

MaleAmore

Una notte disperata

Ovvero

quando mi sono accorta di non credere più nell’amore.

 

Mezzanotte. Stanze deserte. Luci spente.

“Il buio delle casa deve testimoniare il vuoto che sento dentro” penso.

Lasciato il mare, approdata in città. Abbandonata la vacanza, mi ritrovo a mia volta abbandonata da chiunque mi conosca e viva nel raggio di 20 km da casa mia.

“O mi guardo un film…o mi guardo un film” penso.

Accendo la televisione e sono come mia nonna che si consola con la voce di Antonella Clerici.

Mi sforzo di ridere il più a lungo possibile per convincermi di essere felice, ma appena stacco gli occhi da Charlie Chaplin un’impietosa stretta allo stomaco mi rigetta nel buio del salotto.

Esco sul balcone: “Chissà che le stelle, la luna, non mi consolino almeno un po’…” e dei botti in lontananza mi rispondono: fuochi d’artificio per celebrare la mia straziante solitudine, evviva evviva.

Se non avessi già affogato una scatola di Kellogs nel gelato, mi getterei sulla Sacher nascosta in frigorifero.

Chiama mia sorella: in vacanza con gli amici, accompagnano la telefonata le loro risate in sottofondo

Come stai?

Male

Perché?

Mi sento sola. Ma meglio che mi ci abitui che tanto siamo soli per tutta la vita

…domani torno alle 7..

Ti passo a prendere, sì

Ok, ciao.

 

I miei gemiti da moribonda echeggiano per il quartiere.

“Ah, l’amore non esiste, non ci credo più!”

Ci hanno ingannato, tutti tutti i film che abbiamo visto! Per forza si rimane fregati, per forza si rimane soli: ci si getta fra braccia bramose di carne, e non di anime.

Spalmata sul divano, gorgheggio tra le lacrime la mia canzone preferita dei “Musica Nuda”:

“Da quando non ci sei

è sempre mezzanotte

è sempre il giorno dopo il giorno in cui rinascerò

da quando non ci sei

ho tutte le ossa rotte

e non c’è soluzione non c’è medicina”

 

Mi sono addormentata per sfinimento, con la testa dolorante ché di lacrime ce n’erano ancora, era finita la voglia di sanguinarle fuori.

“Se davvero credo che l’amore non esista, che nella vita siamo destinati ad essere sempre più soli…allora sto finalmente diventando grande” sussurro alla mia bambola prima di crollare.