Vorrei piangere tra le tue braccia
perché abbiamo dentro gli stessi mali
e non possiamo guarirci.
Si spalanca dentro di noi
lo stesso abisso
e non possiamo guarirci.
Non si guarisce la solitudine
se non quando, lucidamente,
non superiamo l’Uno
nella carne che scivola.
Ma c’è più di questo:
c’è che riconosco in te
un dolore
e una lotta eterna.
Un coraggio
e una forza
indicibile.
In te e in me riconosco
la stessa immedicabile nostalgia.