Segreti

Fuga estiva.

Ho la testa piena di presente

satura delle persone

fatico a trovare uno spiraglio d’aria

per ritrovarmi altrove

mi rifugio tra le erbacce con gli insetti

La luce

e queste case vecchie

– davvero non so come –

mi ricordano Parigi.

 

Ho freddo

il silenzio mi coccola

sono felice di essere qua, le voci mi chiamano

– si può stare ancora un attimo in disparte?

La magia di certe cose che si creano

sono felice

e viva

per questo c’ho la pancia in subbuglio

per certe cose strane belle

umane

di innamoramenti-

perchè è così doloroso, un Innamoramento ?

Perché  è profondo e slegato dal mondo quotidiano

c’è sempre un po’ di dolore nelle cose belle e nuove

ci si porta dentro le differenze col “prima”.

Ah, questo maledetto “prima” che incatena la memoria e la gioia della scoperta difficile di quello che ancora non si sa, di quello che credevi di sapere e non sai, di quello che sai

e di come è scoprire che la vecchia grammatica, le vecchie regole che una volta – prima – erano tutto e oggi non valgono più…

 

 

Tuona.

Vado

Torno in casa.

 

[Non c’è ombra di silenzio immedicabile
Ma sempre immedicabile resta
un Amore.]

Deliri

Basta questo tempo

Basta questo tempo
In cui ritorna sempre
Lo stesso dolore vecchio
Dai suoi cumuli marci a cui si resta disperatamente aggrappati
Che nessuna acqua ha lavato via
Nessuna pioggia
Nessun tempo
Rimangono cumuli di
Memorie marcite fermentate
Ma tutto ancora
Perché
Non passa questo dolore inutile
Di cose vecchie
Perché non ci lascia mai davvero alle spalle
non si chiudono mai davvero le porte
Come mi piacerebbe se
Quei momenti di mezzo
Rimanessero sospesi
Quanto mi piacerebbe se
Niente
Cadesse oltre il muro delle conseguente
Se per sempre rimanessero immutati quei momenti in cui
Non è ancora successo niente
E tutto può ancora succedere
Non si dice niente
E tutto si è già immaginato
Se rimanessero eternamente in fieri
Possibilità costanti
E invece
Si cade dall’altra parte
E si sbrodola si esonda
Si slabbrano tutti i confini delle cose
E il mondo è sottosopra quando poi si deve scegliere
Vorrei essere meno rigida di come sono meno moralista morale etica fifona fifona meno fifona pensare meno alle conseguenze delle cose vivere in quei momenti di eterne primavere sospese
Invece poi quei granelli di dolore vecchio di cose che erano esondate quando sarebbero potute diventare altro da quello che erano da quello che poi sono diventate – cioè niente
Quei granelli di dolore
Distruggono i vetri li rigano
Sbrodolano tutto di marcio
Come foglie morte umide
Marcite
Marcite
E ci resto aggrappata a questi cumuli marci dentro
E non lo sopporto più questo dolore che ritorna ritorna ritorna
Quando credevo non ci fosse più
Basta un gesto davvero un gesto di due cose che non si guardano di una repulsione come due poli uguali che si respingono si rigettano e mi pare che non ho mai saputo scegliere niente che non mi terrò niente che tutto ho buttato butto butterò via che sarò vecchia e triste ma in una bella casa di foglie marcite che sono tutti quei dolori che non ho digerito che sono tutte quelle porte che ho creduto accostate che invece erano chiuse e che invece erano sprangate
E il dolore sarà di averle credute ancora vive
Di averle tenute in vita dentro uno stomaco da mucca
Quando invece tutto era morto per sempre da mesi.